dal sito Jimdo
http://itasto1at.jimdo.com/storia/i-fenici-e-gli-ebrei/
Un popolo che ebbe sicuramente frequenti contatti coi Fenici furono gli Ebrei.
Originari della Mesopotamia, attorno al 1800 a.C., sotto la guida
del patriarca Abramo, si spostarono verso la Palestina. Secondo la
leggenda, questa migrazione rispondeva a un ordine di Jahvè,
l'unico dio nel quale gli Ebrei avrebbero poi creduto e che si
sarebbe rivelato proprio ad Abramo.
L'aspetto religioso sta alla base della differenza tra il popolo
ebraico e tutte le altre civiltà antiche. In quanto monoteisti, gli
Ebrei non ritenevano che Jahvè fosse il più potente fra molti
dei o impersonificasse le forze della natura: egli era semplicemente
l'unico dio esistente, colui che aveva creato tutto. Si tratta di un
ribaltamento culturale di straordinaria importanza, di
cui avremo modo di discutere in classe (qui intanto trovate un piccolo approfondimento).
All'epoca di Giacobbe,
nipote di Abramo (siamo fra il 2000 e il 1700 a.C.), una grave carestia
colpì la Palestina. Alcuni gruppi di Ebrei si spostarono in Egitto
per poter sopravvivere, chiamati da uno dei figli di Giacobbe, Giuseppe,
che era diventato un ministro del faraone.
Questa comunità ebraica visse a lungo in Egitto, conservando e
difendendo gelosamente la propria religione. Col tempo però gli Egizi
assunsero un atteggiamento persecutorio nei confronti degli
Ebrei, che a quel punto decisero di tornare in Palestina. Siamo
attorno al 1250 a.C. e faraone è il grande Ramses II quando Mosè, capo
della comunità ebraica d'Egitto, guida il suo popolo nel
viaggio di ritorno. Fu durante questo viaggio che Mosè, come vuole
la tradizione, ricevette da Dio le Tavole della Legge con i famosi dieci
comandamenti.
Divisi in dodici tribù, ciascuna delle quali retta da un giudice,
gli Ebrei dovettero combattere contro alcune popolazioni che nel
frattempo avevano occupato la Palestina, in primo luogo contro i
Filistei, che probabilmente appartenevano a quei popoli del mare di cui già abbiamo parlato più volte.
Attorno al 1000 a.C., proprio per poter fronteggiare meglio la
minaccia rappresentata dalle altre popolazioni, gli Ebrei superarono le
loro divisioni interne e si dettero un unico re.
Uno dei sovrani ebraici più noti fu Salomone, che regnò dal 960 al
920 a.C., garantendo quarant'anni di pace e di relativa prosperità al
suo popolo e facendo costruire da maestranze fenicie il
Tempio di Gerusalemme, in cui vennero custodite le Tavole della
Legge.
Alla morte di Salomone, una serie di conflitti dinastici indebolì
pesantemente il regno ebraico, che finì per dividersi in due parti. Il
regno d'Israele, a nord, venne abbattuto dagli Assiri nel
722 a.C., mentre il regno di Giuda, a sud, fu conquistato nel 586
a.C. dal sovrano babilonese Nabucodònosor, che deportò gli Ebrei a
Babilonia. Fu durante quel periodo che la voce dei profeti si
levò a mantenere intatte le speranze degli Ebrei di poter tornare un
giorno nella loro patria e a rafforzare la fede in Jahvè come elemento
di difesa della propria identità etnica e culturale.
Con l'arrivo dei Persiani di Ciro il Grande venne finalmente
concesso agli Ebrei di poter tornare in Palestina (539 a. C.), ma il
regno ebraico non rinacque più.
MAPPA
dal sito crescerecreativamente
http://www.crescerecreativamente.org/2012/10/le-civilta-del-mediterraneo-schemi-per.html
Nessun commento:
Posta un commento